Romania: 25.000 morti da inquinamento all’anno
Da anni i media denunciano che la Romania sta diventando la discarica d'Europa. Ma le istituzioni non intervengono e intanto l’Agenzia Europea dell’Ambiente riporta che il paese occupa il primo posto in Europa per i decessi causati dall’inquinamento.
Romania: 25.000 morti da inquinamento all’anno
Da anni i media denunciano che la Romania sta diventando la discarica d’Europa. Ma le istituzioni non intervengono e intanto l’Agenzia Europea dell’Ambiente riporta che il paese occupa il primo posto in Europa per i decessi causati dall’inquinamento.
Mentre i discorsi sul clima e il cambiamento climatico sono diventati una priorità nel mondo, in Romania una persona su cinque muore a causa dell’inquinamento. Ai dati rilasciati dall’OMS si aggiungono quelli dell’Agenzia Europea dell’Ambiente, secondo la quale il paese occupa il primo posto in Europa per i decessi causati in modo diretto o indiretto dall’inquinamento.
Al livello europeo, oltre 400.000 persone muoiono ogni anno a causa delle malattie causate dall’aria inquinata. In Romania sono 25.000. La situazione è particolarmente drammatica nella capitale Bucarest (che conta oltre 2 milioni di abitanti) dove il livello altissimo di inquinamento è provocato (tra le molteplici cause) anche dalle discariche e dai rifiuti bruciati in modo indiscriminato.
L’anno scorso la Corte di Giustizia Europea ha chiesto alla Romania di chiudere e ricostruire rispettando i parametri ambientali quindici discariche abusive. I rappresentanti europei hanno ricordato, inoltre, che circa 101 depositi a livello nazionale avrebbero dovuto essere chiusi già dal 2019. La Romania è, su questo, oggetto di un monitoraggio da parte delle istituzioni europee che potrebbe portare anche all’attivazione della procedura di infrazione all’indirizzo del paese, il che si tradurrebbe in perdita di fondi europei.
La Romania, la discarica d’Europa
La stampa nazionale in Romania continua da anni a definire la Romania come la “discarica d’Europa”. I segnali d’allarme si sono intensificati di anno in anno mentre le istituzioni non intervengono.
Il fatto che la Romania importi rifiuti dall’Europa intera oltre a rappresentare un pericolo per l’ambiente e per la salute della popolazione è percepita anche come una questione di “dignità nazionale”. A marzo il giornale Adevărul (La Verità) titolava: ”Romania, discarica per la mafia calabrese”, notando che migliaia di tonnellate di rifiuti arrivano dall’Italia nei depositi illegali della Romania.
Il giornale indicava alcuni dei motivi che rendono la Romania “attrattiva“ in materia di commercio dei rifiuti. E questo in buona compagnia della Bulgaria. In entrambi i paesi vi è una normativa doganale permissiva, il tutto poi reso ancora più facile dall’ampia corruzione.
Se a questi aspetti si aggiungono controlli poco frequenti e prezzo basso per processare una tonnellata di rifiuti, il paese ha evidentemente tutti i “requisiti” per attrarre l’interesse di chi vuole disfarsi di rifiuti.
In Romania processare una tonnellata di rifiuti costa 17 euro, in altri paesi UE si può arrivare anche a 500 euro, nota l’agenzia di stampa Mediafax. L’agenzia cita il procuratore Teodor Nitā , secondo il quale “se non si interviene dal punto di vista della legislazione, avremmo un grande problema, ci trasformeremo in una discarica di tutta l’Europa, del mondo”.
Nel porto romeno di Agigea, sul Mar Nero, la Guardia dell’Ambiente e la Guardia Costiera aprono ogni giorno decine di container pieni di rifiuti inquinanti che arrivano da paesi come Germania, Portogallo, Italia, Gran Bretagna, Olanda, Canada… Recentemente anche nel vicino porto di Costanza sono stati scoperti un container pieno di macchinari agricoli da smaltire che provenivano dal Giappone.
Ma arriva di tutto: prodotti chimici, componenti elettroniche, automobili. Corruzione, appoggi politici ad alto livello e interessi economici mettono in ginocchio un paese già vulnerabile dal punto di vista ambientale, basti considerare il problema del disboscamento illegale.
Secondo uno studio di “Frames”, riportato dalla stampa romena, il business dei rifiuti nel paese supererà quest’anno il mezzo miliardo di euro. Anno dopo anno il numero delle aziende che si occupano del riciclaggio dei rifiuti è in un continuo aumento. Dalle 1333 del 2010 si è arrivati, nel 2020, alla registrazione di 3395.
La capitale Bucarest una “bomba ecologica”
Quasi ogni giorno la stampa titola ”Inquinamento nella capitale. Aria irrespirabile”. La stessa aria inquinata viene respirata anche nei palazzi del potere, eppure nulla sembra muoversi.
La scorsa settimana la televisione pubblica Tvr annunciava: ”A Bucarest inquinamento dieci volte oltre il limite ammesso“, aggiungendo: “Mărioara Gătej, responsabile della Guardia dell’Ambiente, afferma che gli indicatori sono cresciuti perché non c’è stato vento”. Certo, le condizioni meteorologiche peggiorano la situazione, ma è noto che intorno a Bucarest vi sono discariche illegali dove i rifiuti vengono bruciati, soprattutto di notte. Il villaggio di Sintești, nei pressi della capitale, si è trasformato in un enorme deposito di rifiuti. Quasi ogni cortile del villaggio è zeppo di rifiuti, tra questi anche cavi elettrici, tra i rifiuti più inquinanti.
Molti degli abitanti di Sintești appartengono alla comunità rom e affermano di dover bruciare i rifiuti dietro compenso per poter sfamare i propri figli. È evidente che la piovra dei rifiuti illegali ha i tentacoli molto più lunghi.