Operatori del sistema sanitario britannico in fuga dalla Brexit
Dopo l'esito del referendum sull’appartenenza del Regno Unito all’Ue, diminuisce il numero di cittadini europei impiegati nel sistema sanitario britannico.
Operatori del sistema sanitario britannico in fuga dalla Brexit
Dopo l’esito del referendum sull’appartenenza del Regno Unito all’Ue, diminuisce il numero di cittadini europei impiegati nel sistema sanitario britannico.
Lo staff europeo rappresenta il 5,6% di tutti i lavoratori del servizio sanitario britannico, ovvero il più importante datore di lavoro del Regno Unito.
Nel 2017 il numero cittadini dell’Unione europea che hanno iniziato a lavorare per il servizio sanitario britannico (National Health Service, NHS) è diminuito del 18 per cento; allo stesso tempo, coloro che hanno smesso di lavorare per la sanità inglese sono aumentati del 19,6 per cento. Lo dicono gli ultimi dati diffusi dal NHS.
Questi risultati si riferiscono soltanto alla situazione in Inghilterra e mettono a confronto varie annualità nel periodo da settembre al settembre successivo. L’ultimo considerato è settembre 2016-settembre 2017, il primo anno completo dopo il referendum di giugno 2016, quando gli elettori britannici votarono per lasciare l’Unione europea.
In termini assoluti questo è il primo anno, a partire dal 2012, nel quale il numero di lavoratori provenienti dall’Ue che iniziano a lavorare per il servizio sanitario britannico è inferiore al periodo precedente.
In ogni caso la tendenza cambia a seconda del paese di provenienza che consideriamo: nell’ultimo anno, i cali più significativi tra i nuovi impiegati stranieri dell’NHS sono stati riscontrati tra i lavoratori croati, spagnoli ed estoni, mentre italiani, islandesi e lettoni sono notevolmente aumentati tra i lavoratori in uscita.
Lo staff europeo rappresenta il 5,6% di tutti i lavoratori del servizio sanitario britannico, ovvero il più importante datore di lavoro del Regno Unito.
La spesa necessaria all’NHS e i contributi all’Unione da parte dello stesso sono stati tra i temi più dibattiti durante la campagna referendaria sull’appartenenza all’Ue. Ad oggi, il sistema sanitario resta una delle questioni centrali nei negoziati sulla Brexit.
Molte istituzioni mediche britanniche hanno sottolineato la necessità di salvaguardare la cura e l’assistenza dei pazienti nei futuri accordi: la Brexit Health Alliance ha messo in guardia sulle “severe” conseguenze per i pazienti nel caso di mancato accordo tra Regno Unito e Unione europea.
Da questo punto di vista, la disponibilità di staff medico è uno dei fattori chiave. “Nel breve-medio termine”, afferma Danny Mortimer, direttore generale di NHS Employers, “è semplicemente impossibile e irrealistico pensare di poter soddisfare le nostre esigenze soltanto tramite l’assunzione di cittadini britannici”.
L’istituzione ha accolto positivamente la decisione del governo britannico di garantire i diritti dei cittadini dell’Unione europea che vivono nel Regno Unito, ma ha anche messo in guardia sull’esigenza di garnatire un sistema “flessibile” di immigrazione.