Le donne hanno più probabilità di vivere l’esclusione sociale e al di sotto della soglia di povertà rispetto agli uomini
Un rapporto della Commissione europea e i dati forniti da Eurostat dicono che ci sono più donne con un reddito inferiore al 60 per cento del reddito mediano: il gender gap è quindi più forte, non solo quando si considerano gli stipendi, ma anche quando si parla di esclusione sociale e povertà.
Le donne hanno più probabilità di vivere l’esclusione sociale e al di sotto della soglia di povertà rispetto agli uomini
Un rapporto della Commissione europea e i dati forniti da Eurostat dicono che ci sono più donne con un reddito inferiore al 60 per cento del reddito mediano: il gender gap è quindi più forte, non solo quando si considerano gli stipendi, ma anche quando si parla di esclusione sociale e povertà.
Secondo un rapporto del 2019 della Commissione europea sull’uguaglianza tra uomini e donne nell’Ue, il divario salariale di genere è ancora presente nei paesi membri dell’Unione europea. Nonostante una maggiore presenza di temi legati alla parità di genere nel dibattito pubblico, c’è ancora molta strada da fare per raggiungere la parità di genere in termini di stipendi.
Lo stesso rapporto evidenzia come il divario salariale di genere sia diminuito di appena lo 0,6 per cento dal 2014 al 2017, passando dal 16,6 per cento al 16 per cento. I salari più bassi influenzano la vita delle donne in molti modi diversi, alcuni esempi sono: più alto rischio di vivere in una situazione povertà e pensioni più basse. Quando il reddito di una persona è inferiore al 60 per cento della mediana del paese in cui vive, si parla di “povertà”, secondo le linee guida dell’Unione europea.
Come mostrato nel grafico seguente, i dati dell’Eurostat rivelano come le donne in età lavorativa (dai 16 anni in su) abbiano maggiori probabilità di vivere l’esclusione sociale e al di sotto della soglia di povertà rispetto agli uomini, con un divario di genere in questo senso che diminuisce di poco, passando dal 2,7 per cento nel 2010, al 2,4 per cento nel 2019, l’anno con i dati disponibili più recenti.
Il divario pensionistico di genere è l’indice diminuito maggiormente, passando dal 34,7 per cento nel 2011, al 30,1 per cento nel 2019, con una diminuzione del 4,6 per cento. Ma, nonostante sia il dato migliorato di più tra quelli qui analizzati, si attesta ancora ad una media del 30 per cento.
Il divario pensionistico di genere è un’ulteriore causa del fatto che un numero maggiore di donne sopra i 65 anni è a rischio di povertà ed esclusione sociale. Come per gli altri indici, anche questo è diminuito negli anni, anche se ad un ritmo molto lento, passando dal 6,4 per cento nel 2011, al 5 per cento nel 2019.
Secondo il rapporto 2020 sugli obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite, che traccia i progressi compiuti per raggiungere gli obiettivi fissati nell’Agenda 2030 e i suoi Obiettivi di sviluppo sostenibile, la maggior parte dei paesi europei ha ancora molto da fare per raggiungere l’Obiettivo di sviluppo sostenibile sulla parità di genere e, in particolare, il divario salariale di genere. I cinque paesi europei che hanno già raggiunto l’Obiettivo sul divario salariale di genere sono Italia, Belgio, Norvegia, Svezia e Slovenia. I paesi in cui “rimangono sfide significative” sono Regno Unito, Paesi Bassi, Portogallo, Germania, Repubblica Ceca, Finlandia, Svizzera, Austria, Repubblica Slovacca, Estonia e Lettonia.
Gli altri, Polonia, Lituania, Ungheria, Francia, Spagna e Irlanda, sono i paesi in cui “rimangono alcune sfide” ma sono già stati fatti dei progressi.