Dirigenti: un universo maschile
Solo il 36% dei ruoli di responsabilità, a livello europeo, è ricoperto da donne (l'Italia è sotto la media, con il suo 33%). E mentre gli uomini sono per lo più guidati da uomini, le donne sono a capo di gruppi più giovani e più precari.
Dirigenti: un universo maschile
Solo il 36% dei ruoli di responsabilità, a livello europeo, è ricoperto da donne (l’Italia è sotto la media, con il suo 33%). E mentre gli uomini sono per lo più guidati da uomini, le donne sono a capo di gruppi più giovani e più precari.
Eurofound, l’agenzia dell’Unione europea che si occupa delle condizioni di lavoro, ha pubblicato un documento sui ruoli dirigenti ricoperti dalle donne: “In Europa i dirigenti uomini sono più del doppio rispetto alle donne”, sintetizzano gli autori del documento.
Se, infatti, tra i lavoratori che occupano posizioni non dirigenziali (80% degli attivi) la distribuzione dei ruoli è quasi uguale fra donne (il 51%) e uomini (il 49%), tra coloro che occupano posizioni di responsabilità (quadri) solo il 36% sono donne. E più si sale nella scala gerarchica, più cresce questa sottorappresentazione.
Inoltre, aggiunge il documento, le dirigenti hanno molta più tendenza a esercitare le loro funzioni di responsabilità sulle donne piuttosto che sugli uomini. Di fatto metà delle donne in Europa è diretta da una responsabile, mentre solo il 15% degli uomini ha un capo donna. “Le donne sono più suscettibili di dirigere dei lavoratori più giovani (sotto i 35 anni) rispetto agli altri gruppi di età, oppure lavoratori con contratti di lavoro a tempo parziale o a durata determinata o che non hanno alcun contratto”, aggiunge lo studio.
La situazione è ovviamente diversa a seconda dei paesi. Solo la Lettonia, Cipro, la Bulgaria, l’Ungheria e la Lituania hanno più del 40% di donne dirigenti. In basso nella classifica si trovano la Grecia e la Repubblica ceca con rispettivamente il 26 e il 27% di donne. L’Italia è al di sotto della media del continente con solo il 33% di donne dirigenti.
Per quanto riguarda la tipologia dei datori di lavoro, solo le organizzazioni non a scopo di lucro e il settore pubblico rispettano la parità o hanno più donne rispetto agli uomini. Tuttavia questi settori hanno un numero relativamente basso di dipendenti, poiché la maggior parte dei lavoratori si trova nel settore privato, nel quale la quota di donne dirigenti è solo del 32%.
L’inchiesta sulle condizioni di lavoro parla anche di una maggiore tensione fra la vita professionale e familiare delle donne rispetto agli uomini. Le donne infatti dichiarano di avere meno tempo da dedicare agli amici. Questo si spiega in particolare con un orario di lavoro più lungo rispetto agli uomini, che prende in considerazione anche il lavoro non retribuito, cioè quello dedicato al carcico di lavoro domestico e ai figli.
“Le donne dirigenti non godono dello stesso benessere [sul lavoro] dei colleghi uomini che occupano posti equivalenti”, in particolare a causa di una maggiore difficoltà a conciliare obblighi professionali e privati. Per riuscirci, le donne dirigenti devono svolgere un lavoro maggiore, retribuito o meno, rispetto alle donne non quadro e agli uomini quadro.
Queste evidenze pongono il dubbio se il tributo maggiore pagato in termini di conflitto tra vita professionale e familiare, senza per di più godere i benefici conseguenti, diminuisca le aspirazioni di ricoprire incarichi di responsabilità da parte delle donne, conclude lo studio.
https://www.alternatives-economiques.fr/cadres-un-univers-masculin/00088662