Procreazione medicalmente assistita: il punto sulla Pma in Europa
Introdotta in Spagna più di 40 anni fa, la procreazione medicalmente assistita (Pma) ha permesso a centinaia di migliaia di coppie sterili di avere un figlio. Ma nell'Unione la sua regolamentazione varia considerevolmente da uno Stato all'altro.
Procreazione medicalmente assistita: il punto sulla Pma in Europa
Introdotta in Spagna più di 40 anni fa, la procreazione medicalmente assistita (Pma) ha permesso a centinaia di migliaia di coppie sterili di avere un figlio. Ma nell’Unione la sua regolamentazione varia considerevolmente da uno Stato all’altro.
Nel 2015 in Europa 157.500 bambini sono nati da una Pma: lo affermano i dati della Società europea di riproduzione umana e di embriologia (Eshre). Ma in questo campo le legislazioni nazionali nel vecchio continente sono molto diverse. Infatti, anche se una direttiva europea stabilisce le norme riguardanti le condizioni di utilizzo dei tessuti e delle cellule umane, l’insieme delle questioni etiche e legali sulla procreazione medicalmente assistita continuano a dipendere dagli Stati.
1) Per chi è possibile la Pma?
In Francia questo diritto è per ora concesso solo alle coppie eterosessuali in grado di dimostrare un’infertilità medica o una malattia grave. Nel continente i criteri legali sono piuttosto eterogenei : 10 paesi hanno esteso questo diritto a tutte le donne, altri 10 solo alle coppie eterosessuali, 7 lo hanno riservato alle donne sole e uno (l’Austria) alle coppie femminili omosessuali.
Storicamente è stata la Spagna il primo paese europeo a permettere di accedere all’Amp a tutte le donne, e questo fin dal 1977, anno di apertura della prima banca del seme nel paese. Da una quindicina di anni le legislazioni evolvono abbastanza rapidamente e il Portogallo, ad esempio, ha concesso il diritto all’assistenza medica alla procreazione (Amp, sinonimo di Pma) nel 2006 con disposizioni molto simili a quelle della Francia, e poi nel 2016 ha modificato la legge per concederlo anche alle coppie lesbiche o alle donne sole. Nel 2004 l’Italia è uscita da una situazione di vuoto giuridico adottando la legislazione più restrittiva d’Europa: la Pma è possibile solo per le coppie di sesso diverso, sposate o meno, e la donazione di gameti è vietata.
2) La Pma è rimborsata?
Attualmente 21 paesi rimborsano parzialmente i trattamenti per la Pma. Gli altri 7 sono Irlanda, Cipro, Estonia, Lettonia, Lussemburgo, Malta e Romania.
Questi rimborsi sono però sottoposti ad alcune condizioni. In Belgio un forfait di 1.073 euro è concesso per ogni ciclo completo nel quadro di una fecondazione in vitro. La donna deve avere meno di 43 anni e può compiere un massimo di 6 cicli di Pma. Inoltre è stabilito un numero massimo di embrioni trasferibili, che cambia a seconda dell’età e del numero di cicli effettuati.
In Francia l’Amp è rimborsata integralmente dal sistema sanitario nazionale fino ai 43 anni della donna sulla base di quattro tentativi di fecondazione in vitro (Fiv) e di un massimo di sei tentativi di inseminazione artificiale.
La Germania ha reso più rigide le sue condizioni di rimborso nel 2004, cosa che ha provocato una netta riduzione del numero di Amp praticate, passate da 102mila cicli nel 2003 a meno di 57mila nell’anno successivo. Un numero che da allora si è stabilizzato.
3) Qual è l’età limite per beneficiarne?
17 paesi limitano l’accesso alle tecniche di Pma, imponendo dei criteri relativi all’età delle donne. Dieci paesi hanno fissato un’età massima, che va da 40 (Finlandia, Olanda) a 50 anni (Spagna, Grecia o Estonia).
Dal 1994 la Francia fa parte dei paesi (come la Germania, il Regno Unito, ecc.) che fanno appello alla nozione un po’ vaga di “età naturale di procreazione“. Nel 2017 in Francia il Consiglio di orientamento dell’Agenzia di biomedicina si è pronunciato per un limite di età di 43 anni per le donne nelle varie situazioni di Amp.
Infine dieci paesi non hanno fissato un limite di età su queste tecniche mediche, fra cui l’Austria, l’Ungheria, l’Italia o la Polonia.
4) La donazione di gameti è anonima?
La maggior parte dei paesi europei ammette il ricorso ai gameti di un donatore. Tuttavia i paesi hanno posizioni diverse quando si parla di ovociti o di spermatozoi. La donazione di spermatozoi è infatti autorizzata da 20 Stati membri dell’Unione europea, fra cui 11 in condizioni di anonimato; mentre quella di ovociti è possibile in 17 Stati (fra cui otto in condizioni di anonimato).
Il 12 aprile scorso il Consiglio d’Europa ha adottato una raccomandazione, incoraggiando la fine dell’anonimato. Nel Regno Unito l’anonimato del dono di sperma è stato abolito nel 2005 e i figli possono accedere all’identità del donatore una volta raggiunta la maggiore età.
Il principio dell’anonimato della donazione di gameti o di embrioni è stato mantenuto in Francia nella legge bioetica del 2011, ma il nuovo progetto di legge bioetica attualmente in discussione potrebbe cambiare la situazione.